I rifiuti elettrici ed elettronici, conosciuti ormai come RAEE sono, come già detto in altri articoli, una particolare tipologia di rifiuti. A dire il vero molto spesso non vengono nemmeno sentiti come rifiuti ma semplicemente come beni obsoleti e ci si dimentica che anche questi devono essere correttamente gestiti in adempimento alle disposizioni del D.Lgs. 152/2006.
Quello che segue è un breve resoconto di quanto è avvenuto in Umbria ad opera del Corpo della Guardia Forestale che al termine delle operazioni ha denunciato 14 persone, comminato 43 multe per un totale che supera le 130 mila euro di importo.
Il controllo da parte del Corpo Forestale è stato effettuato in aziende e mirato all’attività di gestione dei rifiuti elettronici.
Nello specifico sono state controllate aziende che ricoprono il ruolo di produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, distributori di apparecchiature elettriche, trasportatori di tale tipologia di rifiuti, installatori e gestori dei centri di assistenza tecnica. Tutte figure queste che, come già scritto nei precedenti articoli, devono adempiere a determinati obblighi al fine di avere una corretta e trasparente gestione dei rifiuti. Infatti le multe e i controlli non si sono limitate ai soli rifiuti elettronici ma si sono poi estese al controllo della gestione dei rifiuti speciali gestiti dalle singole aziende riscontrando in moltissimi casi delle irregolarità.
In provincia di Perugia i controlli hanno interessato circa 80 aziende. Il risultato è stato la denuncia di 9 persone per gestione illecita di rifiuti, trasporto di RAEE con mezzi non autorizzati, stoccaggio di rifiuti pericolosi prodotti da terzi in assenza di autorizzazione, raggruppamento di rifiuti pericolosi per un periodo superiore al consentito dalla legge e trasporto di rifiuti con mezzi non idonei. Il controllo ha anche portato al sequestro di RAEE (tubi fluorescenti nello specifico, altre apparecchiature contenenti mercurio, elettrodomestici e televisori). Le sanzioni amministrative comminate si aggirano intorno ai 37.800 euro per un totale di 31 sanzioni amministrative, tutte legate a irregolarità nel trasporto dei RAEE, documenti di trasporto incompleti, dati inesatti, mancata compilazione del registro di carico e scarico e dello schedario di carico e scarico per i RAEE, mancato ritiro di RAEE da parte dei distributori, nonostante il D.M. 65 obblighi loro a farlo gratuitamente e ad informare la clientela sul servizio offerto.
Nelle provincia di Terni i controlli sono stati estesi a 25 aziende riscontrando 5 irregolarità penali con conseguente denuncia dei titolati. Tra le irregolarità riscontrate sono state rinvenute attività di recupero rifiuti senza autorizzazione, deposito incontrollato di rifiuti pericolosi e non. Sono state poi comminate 12 sanzioni amministrative per un totale di 87 mila euro. Anche qui come nel caso della provincia di Perugia le irregolarità riscontrate sono state: omessa tenuta del registro di carico e scarico rifiuti, omessa tenuta dello schedario di carico e scarico RAEE, incompleta compilazione del registro di carico e scarico e dello schedario di carico e scarico RAEE, compilazione incompleta del documento di trasporto semplificato.
L’articolo completo della vicenda è ritrovabile su: http://www.umbria24.it/rifiuti-elettrici-pericolosi-denunciati-imprenditori-multe/78829.html
Ciò che è importante però è comprendere come un controllo di siffatto genere se esteso a tutte le regioni ed in maniera capillare potrebbe portare ad un incremento dei RAEE raccolti, un innalzamento del tasso di recupero di rifiuti elettronici, un ambiente più pulito e condizioni di concorrenza leali. Infatti l’aver riscontrato attività di recupero non autorizzare fa ben comprendere come quelle aziende che operano nella legalità sono subissate di costi legati alle autorizzazioni, sistri, sicurezza sul lavoro che fanno lievitare i prezzi rendendole meno appetibili sul mercato. In un contesto come quello appena presentato è facile capire che per poter lavorare nel rispetto dell’ambiente ma soprattutto nel rispetto dei lavoratori, dei cittadini e in condizioni di concorrenza leale è necessario che i controlli siano più frequenti e più estesi, che la normativa sia più chiara ed aggiornata nonché snella.
Anche quest’ultimo punto è importante in quanto una normativa come il D.M. 65 del 8 Marzo 2010 che ha istituito l’Uno contro Uno è una normativa incompleta che lascia molto spazio ad incomprensioni che non è mai stata chiarita completamente è che ha abbandonato i distributori di apparecchiature elettriche , principali interessati di questo decreto, a dover obbligatoriamente gestire dei rifiuti senza sapere però come farlo correttamente.
Se ne conclude che ben vengano i controlli da parte degli organi competenti ma ancor più benvenute saranno quelle semplificazioni normative, chiarimenti ed aiuti da parte del Ministero dell’Ambiente che renda la gestione dei rifiuti alla portata di tutti e non di pochi eletti che passano il tempo a districarsi tra norme, proroghe, rinvii, circolari e garbugli normativi che sembrano essere stati creati appositamente per far regnare la confusione nel mondo dei rifiuti. Già solo rimediando a questi “pasticci” sarà possibile dare un importante contributo alla lotta alle ecomafie e stabilire un principio di concorrenza leale per le aziende del settore.