Il SISTRI si avvicina e vorrei condividere con tutti i lettori questo articolo di Roberta Ragni da Greenbiz

Sistri. Ci siamo quasi, il 1° ottobre il sistema entra in vigore per enti e imprese che gestiscono, trasportano e producono rifiuti pericolosi o che effettuano trattamento, recupero, smaltimento, commercio e intermediazione di rifiuti pericolosi, inclusi i cosiddetti “nuovi produttori”, cioè chi si occupa di attività quali pretrattamento, miscelazione o operazioni che modifichino la natura del rifiuto.

Ma l’improvvisa accelerazione data al progetto, con la conferma della partenza al 1° ottobre,provocherà grandi disagi ai Gestori dei Rifiuti, con pesanti ricadute su tutta la filiera dei rifiuti e rischi di sanzioni pesantissime per le imprese. Tutto questo per problemi tecnici ancora non risolti e certamente non imputabili agli operatori coinvolti.

Interoperabilità mai collaudata, impossibilità di effettuare verifiche e simulazioni complete in un ambiente idoneo di test, mancanza di una adeguata formazione degli operatori, data la mole di manualistica e documentazione solo recentemente disponibile; dispositivi usb e black box non funzionanti e/o non consegnati: sono questi i problemi strutturali ripetutamente evidenziatidalle Software House e dalle imprese dal 2010 e ancora non risolti.

Le associazioni e gli operatori presentano le loro soluzioni, che vanno dalla richiesta di una cancellazione definitiva all’introduzione di un periodo di sperimentazione senza applicazioni di sanzioni, passando per le richieste di rimborso e l’invito a non trasportare dal 01 Ottobre. La domanda, allora, è tanto retorica quanto necessaria: come aiutare le aziende ed evitare che vengano ulteriormente gravate con eventuali multe?

Ennio Lucarelli, Presidente Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici. “Occorre trasformare il Sistri in una vera opportunità di digitalizzazione del Paese con importanti ricadute in termini di sicurezza dei territori e contrasto dell’illegalità, qualità della vita per i cittadini, semplificazione, contenimento dei costi e miglioramento dell’operatività delle stesse imprese. Per questo è opportuno procedere alla condivisione delle linee guida del nuovo sistema, come indicato dal Ministro Orlando, prevedendo un percorso di semplificazione dell’attuale sistema, verificandone la sostenibilità, mettendo in condizione software house e imprese della filiera dei rifiuti di operare al meglio con un sistema collaudato, funzionale ed eliminando nella fase iniziale di sperimentazione l’applicazione delle sanzioni”.

Maurizio Longo, segretario nazionale Trasportunito. “Il problema è serio, ma è stato gestito in maniera pessima. E’ vero che è stato contratto un impegno da parte del governo, ma è altrettanto vero che le responsabilità devono essere ripartite. Le aziende non possono pagare perché il ministero vuole evitare le sanzioni rispetto alle condizioni contrattuali che ha sottoscritto. Il Sistri, è stato dimostrato più e più volte, è sbagliato tecnicamente, mentre, invece, bisognerebbe lavorare sulla mobilitazione delle merci in maniera intelligente, con un’attività di controllo che non pesi solo sulle spalle delle imprese, con costi, disservizi, mancanza di risposte. Per questo chiediamo la sospensione immediata e la revisione del sistema. Abbiamo fatto una verifica su una possibile class action e stiamo studiando un’istanza individuale di rimborso grazie al nostro team legale che assisterà le imprese. Il mio consiglio alle imprese è di non muoversi dal 01 ottobre, visto il disorientamento generale. E nell’istanza individuale metteremo in conto anche questo danno alla produttività”.

Silvio Faggi, segretario generale Fiap. “Per quanto ci riguarda, il nostro consiglio è diastenersi dall’effettuare trasporti dal 01 Ottobre. Bisogna operare rispettando la legge, ma con l’entrata in vigore del Sistri questo non sarà possibile rispettare le norme del sistema. E il fatto che le prime tre sanzioni verranno abbonate è solo un palliativo. È impensabile far ricadere il malfunzionamento del sistri sull’ultima catena della filiera, gli autotrasportatori, mentre il Decreto Ronchi è nato pensando ai produttori dei rifiuti. Se il sistri avesse funzionato sarebbe stato l’uovo fi colombo, ma ora il sistema non funziona e quello che accadrà tra qualche giorno è che i rifiuti pericolosi non verranno trasportati. Noi non abbiamo l’obbligo di trasportare quei rifiuti se tecnicamente ciò non è possibile. Non possiamo caricarci di un problema che è di altri e li trasporteremo solo se saremo in condizioni di farlo. A tre giorni dall’entrata in vigore è tardi per discutere. Faranno partire il Sistri, non funzionerà, non si potrà effettuare il trasporto dei rifiuti e la colpa ricadrà sugli autotrasportatori, che verranno accusati di averlo boicottato”.

Giovanni Maione, amministratore del forum permanente sui rifiuti Sistri Forum.“Personalmente non vedo alcuna volontà di perseguire e sanzionare le aziende. L’attenzione del ministero, in questo momento, è focalizzata sulla corretta gestione del contratto con Selex. Il mio consiglio è di allinearsi entro il 1 ottobre ed attivare le procedure previste e, qualora ciò non fosse possibile per cause imputabili a terzi (dispositivi non consegnati, altri soggetti della filiera non pronti, mancanza di istruzioni operative,…) darne comunicazione tracciata, per esempio con PEC. Mettersi in regola ed attendere gli eventi”.

Vito la Forgia, esperto nella gestione dei rifiuti e nel Sistri. “Il SISTRI è un mostro che periodicamente torna a far parlare di sé e terrorizza gli operatori del settore dei rifiuti con le sue imminenti (false) partenze. Lo scenario negli ultimi mesi è però cambiato visto che questa volta sembra essere quella buona, come si suol dire, ed il SISTRI potrebbe realmente avere il proprio avvio il 1° Ottobre. Le aziende obbligate ad utilizzarlo, ossia tutti gli operatori del settore dei rifiuti pericolosi, dapprima scettiche sulla partenza del “mostro informatico”, hanno comunque avviato le procedure di riallineamento dei propri dati, aggiornamento dei dispositivi USB ecc… Lo scenario è abbastanza desolante, tra dispositivi ancora difettosi e black-box non funzionanti. Occorre poi considerare tutti i nuovi manuali da studiare, casi operativi, a mio parere ancora lontani dalla realtà, e casi reali che sono stati palesemente trascurati dimostrando come teoria e pratica nel nostro paese sembrano non parlarsi. Le aziende sono giustamente timorate da eventuali sanzioni che potrebbero ricadere su di esse in caso di errore. Un consiglio che sento di poter dare in questa fase onde evitare sanzioni inutili è quello di contattare il call center SISTRI per ogni anomalia e di mettere tutto per iscritto lasciando traccia evidente delle azioni compiute potendo così dimostrare di non aver voluto violare le norme intenzionalmente. Consiglio finale per tutti gli operatori: sangue freddo e pazienza, utilizzo smisurato della posta certificata e piena collaborazione tra tutti gli attori della filiera. Anche se il SISTRI non lo digeriamo più, esiste e sembra che dovremo utilizzarlo, pertanto cerchiamo di farlo al meglio poiché per molti operatori del settore quella rappresenta l’unica fonte di reddito e non può incepparsi. Non dovremmo farci spaventare dalle sanzioni: tutto dovrà essere gestito secondo coscienza così come si è fatto finora con i formulari ed il registro di carico e scarico. Nel momento in cui non abbiamo nulla da nascondere vedo difficile giudicare un illecito SISTRIANO per mancata esperienza o danneggiamento dei dispositivi USB. Sarà pur vero che l’Italia è un posto certe volte strano ma abbiamo anche tre possibilità di errore prima che vengano irrorate sanzioni… (art. 11 comma 11 Decreto Legge 31 Agosto 2013 n.101)”.

Autore: Roberta Ragni

Fonte: http://www.greenbiz.it/panorama/opinioni/8315-sistri-01-ottobre-multe

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