Brevi linee guida per la corretta gestione dei consumabili da stampa esausti 

L’articolo è ritrovabile anche nella rubrica Eco-Rifiuti del portale Terlizzilive

Pochi sanno che i rifiuti si distinguono in rifiuti urbani e rifiuti speciali a seconda della loro provenienza.

Sinteticamente proviamo a dare delle indicazioni di massima.

–          Rifiuti provenienti dall’ambito domestico sono definiti Rifiuti urbani

–          Rifiuti provenienti dalle attività economiche e produttive (industriali, artigianali, commerciali, di servizio ecc..) sono definiti Rifiuti speciali

Fatta questa premessa diamo una ulteriore informazione, necessaria secondo me per comprendere il vasto e complesso mondo dei rifiuti. Ogni tipologia di rifiuti, a seconda del processo produttivo che lo ha originato è identificato da un codice composto da 3 coppie di numeri denominato codice CER (Catalogo Europeo Rifiuti). Generalmente esso si presenta nella forma XX.YY.ZZ

Fatta questa ulteriore premessa è bene dire che alcune tipologie di rifiuti non possono in alcun modo essere assimilate agli urbani e rientrano sempre nel campo dei rifiuti speciali. Questo è proprio il caso delle cartucce toner e delle cartucce ink-jet che sono generalmente identificate dai codici CER 08.03.18 e 16.02.16

Chiunque utilizzi una stampante prima o poi si troverà di fronte al problema di come gestire questa tipologia di rifiuti. I privati molto spesso gettano il rifiuto all’interno del bidone della raccolta indifferenziata, altri invece provvedono a far “rigenerare” il prodotto per poterlo riutilizzare; le aziende invece, qualora non provvedano alla rigenerazione devono usufruire di aziende specializzate nella gestione di questa tipologia di rifiuto che rilasci poi la corretta documentazione come richiesto dal D.Lgs. 152/2006.

Come possono essere gestiti correttamente questi rifiuti?

Il privato cittadino una volta esaurita la cartuccia ink-jet o la cartuccia toner potrebbe conferire la stessa al centro di raccolta comunale qualora la municipalizzata fornisca questo servizio. E se ciò non fosse possibile? Qualora il comune non abbia attivato un servizio del genere ci si potrebbe rivolgere ad aziende che svolgono l’attività di rigenerazione, ovviamente autorizzati, per verificare la reale possibilità di rigenerare il vuoto ed evitare di destinarlo alla discarica. Infatti una volta gettato nella raccolta indifferenziata, con molta probabilità il destino della cartuccia sarà proprio quello. In alcuni comuni della Puglia il problema lo abbiamo risolto organizzando e gestendo un servizio di raccolta consumabili da stampa esausti.

Le aziende possono gestire i consumabili  da stampa esausti contattando aziende specializzate nella gestione di questa particolare tipologia di rifiuti. Tali aziende forniscono in genere servizio di raccolta con contenitore idoneo e previsto dalla normativa. Tali contenitori, denominati comunemente Ecobox sono pensati per occupare poco spazio ed evitare che possano disperdersi le polveri di toner negli ambienti di lavoro (D.M. 22 Ottobre 2008).

Le aziende autorizzate che offrono questa tipologia di servizio, operano con regolare documentazione di tracciabilità dei rifiuti ossia il FIR (Formulario di Identificazione Rifiuti) che permette agli organi di controllo di verificare se la gestione dei rifiuti è effettuata correttamente.

Per le aziende però potrebbe essere necessario, in taluni casi, dotarsi anche di un registro di carico e scarico su cui annotare la produzione dei rifiuti e lo scarico degli stessi quando consegnati alle aziende autorizzate.

Infatti la normativa ambientale D.Lgs. 152/2006 prevede la compilazione del registro di carico e scarico nei seguenti casi principali:

–          Enti e imprese produttrici di rifiuti pericolosi

–          Enti e imprese produttrici di rifiuti non pericolosi derivanti attività di tipo artigianale, industriale, di potabilizzazione delle acque.

Ecobox, perché è importante?

Il Decreto Ministeriale del 22 Ottobre 2008, all’art. 1 comma 3 riporta:

–          Per la raccolta ed il trasporto di questi rifiuti devono essere utilizzati imballi tipo «eco-box» non

pallettizzato muniti di coperchio e sigillo ed idonei ad impedire la dispersione di liquidi e di polveri

Questi contenitori permettono di realizzare all’interno delle aziende dei veri e propri depositi temporanei a regola d’arte. Infatti il deposito temporaneo è un luogo, all’interno dell’unità produttiva, dove i rifiuti possono essere raggruppati, temporaneamente, in attesa di essere poi avviati a corretto smaltimento o recupero.

Il deposito temporaneo è importante in quanto la sua corretta gestione permette una ottimizzazione dei costi di gestione rifiuti ed una precisa contabilizzazione degli stessi in fase di registrazione del registro di carico e scarico. Permette inoltre di tenere sotto controllo la produzione dei rifiuti impedendo così di violare i termini temporali e quantitativi imposti dalla normativa in proposito.

Il noleggio delle stampanti scarica l’azienda dalle responsabilità inerente la gestione dei consumabili da stampa esausti?

Capita spesso di ricevere questa domanda alla quale la risposta è generalmente no, salvo alcuni casi.

Il noleggio delle stampanti con le offerte “tutto compreso” non risolvono generalmente il problema della gestione dei rifiuti in quanto uno dei principi cardine del D.Lgs. 152/2006 identifica in maniera precisa e puntale la figura del produttore del rifiuto:

–          Il soggetto la cui attività produce rifiuti (produttore iniziale) o chiunque effettui operazioni di pretrattamento, di miscelazione o altre operazioni che hanno modificato la natura o la composizione di detti rifiuti

Quindi se la normativa identifica la figura del produttore di rifiuti il soggetto la cui attività ha prodotto effettivamente quel rifiuto, è facile intuire come proprio l’utilizzatore della stampante sia il reale produttore del rifiuto.

E considerando che per legge tale proprietà, intrinseca del produttore del rifiuto, non può essere trasferita, quelle offerte di noleggio stampanti che trasferiscono la proprietà di produttore di rifiuti dall’azienda utilizzatrice della stampante al noleggiatore, non risolvono di fatto il problema della gestione dei rifiuti, ma anzi lo rendono più problematico.

Da consulente ritengo sia importante comprendere come la gestione dei rifiuti all’interno delle proprie attività economiche, non debba essere vista come un peso o un onere che faccia perdere tempo, bensì come una nuova opportunità di gestione delle proprie risorse nell’ottica di ottimizzazione del proprio lavoro. Non sono pochi i casi in cui le aziende, che hanno iniziato a gestire correttamente il deposito temporaneo ed i  propri rifiuti, hanno scoperto di poter effettivamente risparmiare economicamente mantenendo la qualità dei propri prodotti e dei propri servizi. Inoltre una gestione chiara e trasparente dei propri rifiuti, in caso di controllo da parte degli organi preposti, riduce eventuali insinuazioni di gestioni torbide dei rifiuti.

Generalmente le offerte di noleggio stampanti vengono ricondotte a formule di manutenzione stampanti dalle quali i rifiuti originati apparterrebbero di fatto al manutentore, compresa la cartuccia toner che viene generalmente sostituita. In casi del genere si potrebbe ipotizzare, ma non concordo personalmente, che la cartuccia esausta sia un rifiuto prodotto durante le attività di normale manutenzione e che quindi possano essere trasportate dal manutentore stesso, presso l’impianto di trattamento rifiuti con apposita documentazione ed autorizzazione. Di fatto però capita sovente che il manutentore non sopraggiunga in azienda per la sostituzione della cartuccia appena esaurita. Generalmente è il dipendente aziendale che sostituisce la cartuccia esaurita depositandola nel proprio involucro, in attesa che l’azienda manutentrice la ritiri. In tali casi, gli organi di controllo, potrebbero contestare uno stoccaggio illecito di rifiuti per conto di terzi. Infatti non essendo l’azienda in possesso di formulari di identificazione rifiuti che testimonino la corretta gestione dei rifiuti, l’interrogativo più plausibile che può sorgere è: “Come viene gestita fino ad oggi questa tipologia di rifiuti?”

In fondo la cartuccia esausta viene prodotta come rifiuto proprio a seguito dell’utilizzo della stessa e non a seguito delle operazioni di manutenzione.

Ovviamente la questione del noleggio delle stampanti è più vasta di quanto fin qui presentato e presenta numerose sfaccettature che in questo spazio non possono essere affrontate, ma è bene conoscere quali sono gli aspetti principali della gestione dei rifiuti all’interno delle aziende per poter essere sempre in regola con la normativa. Inoltre non bisogna mai dimenticare che anche questa tipologia di rifiuti rientra nei rifiuti speciali e come tale deve essere gestita.

11 pensieri riguardo “Cartucce toner e ink-jet…come si gestiscono nel rispetto dell’ambiente?

  1. Caro Vito,
    ottimo articolo, congratulazioni. Ho una domanda da farti, nel caso di negozio che vende consumabili da ufficio all’utenza finale, posso fornire un servizio gratuito di “smaltimento” di toner ed inkjet – deposito temporaneo attraverso un ecobox? Posso “sostituirmi” ad una isola ecologica? ovviamente in collaborazione con una azienda che poi mi consegni il FIR.
    Saluti,
    Dario

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    1. Innanzitutto grazie Dario. In merito alla tua domanda, che in molti mi hanno spesso posto nel mio lavoro, la risposta è che non puoi sostituirti all’isola ecologica raggruppando presso il tuo esercizio toner esausti raccolti dai tuoi clienti. La spiegazione è semplice. Qualora tu decida di adottare una simile azione ti configureresti come gestore non autorizzato di rifiuti in quanto dovresti autorizzare il tuo esercizio allo stoccaggio di rifiuti ossia all’operazione R13. Eventuali Ecobox all’interno del tuo esercizio possono accogliere unicamente i tuoi rifiuti, realizzando così il deposito temporaneo, e non quelli dei tuoi clienti. L’unica soluzione che si potrebbe prospettare è l’attivazione di un servizio da parte del comune per gestire la raccolta differenziata, che coinvolga anche i punti vendita, quale mi pare di capire tu sei. La procedura è un tantino complessa ma non impossibile da realizzare. Infine tieni sempre presente che se per il cittadino e quindi l’utente domestico non c’è bisogno di formulario per disfarsi dei propri rifiuti, ma deve semplicemente farlo correttamente, per le aziende la questione è un tantino diversa in quanto dovrebbero essere in possesso del formulario quando si disfano dei propri rifiuti così da poter sempre certificare dinanzi ad un eventuale controllo di aver adempiuto agli obblighi di legge in maniera corretta. Saluti

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  2. Caro Vito,
    grazie delle delucidazioni. Adesso il processo mi sembra molto più chiaro. Come fanno catene tipo Prink e EcoStore a fornire il ritiro gratuito per i clienti finali? Queste catene rigenerano i toner esausti, ma al contempo si configurano come gestori non autorizzati dei rifiuti…Ovviamente io vorrei fornire questo servizio ai clienti e raccogliere toner per poi rigenerarle attraverso i miei fornitori di cartucce rigenerate. Non si può far niente per risolvere questo problema?
    Saluti e grazie ancora per il tempo e le spiegazioni.

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    1. Ciao Dario, comprendo il problema che riscontri. Da un lato vuoi dare un servizio in più ai tuoi clienti dall’altra però ti scontri con la normativa rifiuti. Come operino i grandi operatori che hai citato, personalmente non lo so perchè non li seguo. Conosco però come operano altri grandi operatori del settore. Per alcuni di essi ho contribuito a realizzare dei piccoli progetti che hanno risolto il problema. Se sei interessato possiamo discuterne privatamente. Se vuoi approfondire mandami una mail.

      Buona giornata.

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  3. Nel caso di un singolo ufficio che consuma, diciamo uno o due toner all’anno, c’è la possibilità, visto che lo stesso paga una cifra abbastanza alta per i rifiuti al comune (circa il doppio di quella delle abitazioni), producendo rifiuti esigui (una – due buste di carta al mese e basta) di poter gettare come fanno i privati i toner esausti alla isola ecologica? Se si, cosa farsi rilasciare dalla stessa per essere in regola? Grazie

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    1. La possibilità esiste certo in quanto i rifiuti come le cartucce toner possono rientrare tra i rifiuti assimilati agli urbani, ossia rifiuti che per quantità e qualità sono simili a quelli prodotti dalle normali utenze domestiche. Il consiglio è quello di leggere attentamente il regolamento comunale di assimilazione dei rifiuti così da essere certi di poterlo fare. Inoltre in alcuni casi qualora le imprese decidano di stipulare un contratto con imprese private, specializzate nella raccolta e trattamento di rifiuti, il comune potrebbe applicare uno sconto alla tassa sui rifiuti.
      Vi consiglio di rivolgervi agli uffici competenti comunali per avere maggiori delucidazioni poiché le possibilità ci sono ma molto spesso le informazioni non vengono sufficientemente divulgate.

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  4. Buongiorno Ing. Vito, sono Salvatore, titolare di un negozio per la vendita di cartucce e toner ad Ancona. Ho iniziato questa attività a febbraio c.a. I clienti privati quando comprano mi portano le cartucce finite che io metto in uno scatolone datomi dalla ditta che mi fa lo smaltimento. Diverse ditte, individuali, fanno lo stesso sia con cartucce che con toner. Da quello che ho letto penso di non essere molto in regola con la normativa!!!!
    Ho anche delle società di capitali che hanno in magazzino scatoloni di toner e mi chiedono di smaltirli. Come posso fare a dare un servizio ai miei clienti senza andare contro la legge?
    In attesa di una sua gentile risposta porgo cordiali saluti
    SPRINT
    di Castori Salvatore

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    1. Gentilissimo Salvatore, il ritiro di rifiuti nella sua attività, in assenza di un’autorizzazione specifica, la pone in una situazione alquanto pericolosa. Le suggerisco di chiamarmi o di inviarmi una sua mail con suo contatto al fine di poter valutare le possibili soluzioni.

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    1. Ciao, la tua domanda è alquanto generica ma proviamo a dare una risposta. In genere, stando a quanto è previsto dal D.Lgs. 152/2006 chi inquina paga e ciò vale nella accezione più ampia possibile. Ciò si traduce, per i produttori di rifiuti speciali nel doversi prodigare nell’individuare soggetti professionali ed autorizzati che possano gestire i rifiuti speciali prodotti. Dato che queste sono imprese e che come tali hanno dei costi di gestione e devono ottenere un margine dalla propria attività, appare chiaro che, non essendoci alle spalle un circuito finanziato, come accade per i RAEE domestici ad esempio, spetta al produttore pagare per poter avviare correttamente i propri rifiuti a recupero/smaltimento. E’ ormai consolidata l’opinione (giustificata d’altronde) secondo la quale ogni imprenditore nella valutazione di quale sia il valore economico del bene/servizio venduto al pubblico, debba considerare, oltre alle spese generali dell’impresa anche quelle relative alla corretta gestione dei rifiuti. Spero di aver dato una risposta al tuo quesito.

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