Torniamo a parlare del SISTRI e della volontà da parte del Ministero di combattere le ecomafie. Certamente l’obiettivo che si vuole raggiungere è lodevole ma non sempre i mezzi che si adottano si dimostrano idonei a farlo in maniera congrua. In questo articolo metteremo in risalto ciò che ha messo in risalto il PM Maresca in merito al SISTRI in maniera tale da poter avere a disposizione più campane dalle quali ascoltare musiche diverse pur legate allo stesso tema e farci un’idea nostra del problema senza per questo voler andare conto gli interessi della nazione, poichè in tutta franchezza a nessuno piace che la mafia metta le mani nelle nostre tasche ma cosa ancor più importante a nessuno piace che qualcuno in generale le metta per prenderci i soldi che fatichiamo tutti i giorni a guadagnare per rimanere  a galla in questo periodo di crisi economica e sociale.

A questo link è possibile ascoltare il resoconto dell’audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite davanti alla Commissione parlamentare delle Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Napoli:  http://www.focusambiente.it/settore.php?id=1856&idcat=7&idscat=18&page=1

Da tale audizione ne è emersa una osservazione critica nei confronti del SISTRI in linea con quanto sostenuto da tempo da Conftrasporto. Il Sistema è costoso e cade direttamente in capo alle imprese che ad oggi, nonostante abbiano pagato il contributo annuo per due anni non hanno ricevuto alcun servizio o beneficio ma solo una continua confusione normativa che rende ancor più complicato lavorare per le aziende oneste e ancor più facile per le ecomafie sfuggire alla rete di controlli. Inoltre occorre aggiungere che non ha alcun senso , ad esempio, monitorare il viaggio della motrice senza alcun controllo sul rimorchio, vero contenitore del rifiuto che si trasporta. Il progetto SISTRI non affronta il problema dei trasporti fatti da soggetti non iscritti al SISTRI, vedasi gli stranieri, che vengono a trasportare o a smaltire in italia i propri rifiuti.

Questi problemi, sono stati si da subito evidenziati, ma quanto pare il Ministero dell’Ambiente ha fatto finta di non voler ascoltare imputandosi sul fatto che i SISTRI dovesse partire a tutti i costi con le sue falle e i suoi problemi, ripromettendosi di effettuare modifiche e riparazioni in corso d’opera con problemi a carico degli operatori finali ossia dei produttori di rifiuti, dei trasportatori e degli impianti di trattamento.

Occorre iniziare a prendere coscienza che i soggetti coinvolti dal SISTRI non si dicono contrari alla tracciabilità dei rifiuti, visto che già oggi tale tracciabilità esiste e viene fatta con la documentazione cartacea, ma vogliono un sistema che non sia pieno di falle e che sia realmente efficace. A ciò occorre aggiungere che tale sistema deve dimostrare di comportare un risparmio reale per le aziende cosa che sino ad oggi non è avvenuta, anzi ha dimostrato l’esatto contrario pesando sulle aziende in meniea realmente grave dal punto di vista economico.

Tali soggetti sono propensi a rivedere insieme ai “tecnici” del Ministero l’intero sistema, visto che sono loro sono i reali protagonisti del trasporto e trattamento dei rifiuti, essi vogliono realmente un sistema che combatta le ecomafie consentendo loro di lavorare con margini sicuramente migliori e con una garanzia di qualità del servizio, e non possono accettare un sistema informatico che si dimostri un semplice sistema mangia soldi che colpisce unicamente loro lasciando libero “l’Ecomafioso” di continuare a trarre profitto dai suoi traffici illeciti.

E’ tempo di iniziare a ripensare al SISTRI in maniera razionale coinvolgendo realmente tecnici del settore e non solo soggetti pronti a gettarsi a capofitto in questo progetto con l’unico obiettivo di lucrare in maniera vergognosa a carico di aziende già enormenente tassate.

Purtroppo ad oggi il SISTRI ha avuto una vita alquanto nebulosa che poco ha di chiaro dal punto di vista non solo dell’affidamento della realizzazione dell’intero appalto ma anche dal punto di vista giudiziario. Basti pensare alle software house che misteriosamente hanno ritirato il loro ricorso senza dare un motivazione precisa lasciando molti dubbi in capo a chi aveva sostenuto la loro lotta contro il SISTRI.

Non resta da dire altro se non a buon intenditore poche parole, in attesa di ulteriori sviluppi

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